Antonio Spavone


Antonio Spavone
(Napoli, 15 maggio 1926 – Napoli, 5 maggio 1993) è stato un mafioso italiano, uno dei più noti capi della camorra precutoliana. È considerato il primo vero capo della camorra napoletana.
Biografia
Origini e gioventù

Figlio di un pescatore, sin dall'infanzia subisce il fascino della banda del fratello Carmine, dedita al contrabbando di sigarette.
Nel 1945, durante il banchetto nuziale di sua sorella Maria, uccide Giovanni Mormone detto 'o Mpicciuso, responsabile dell'omicidio del fratello Carmine. Le tredici coltellate inflitte al boss rivale gli danno immediatamente grande prestigio all'interno degli ambienti malavitosi; da quel momento eredita il nomignolo che era stato del fratello Carmine e del nonno Ciro, 'O malommo, diventando uno dei boss più potenti della camorra.
L'alluvione del 1966 a Firenze
Nel corso dell'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, si distingue per diversi atti di eroismo compiuti nel carcere cittadino: salva dall'annegamento tre compagni di cella, due agenti di custodia e la figlia del direttore del carcere delle Murate. Inoltre poiché tra gli sfollati del carcere c'erano delle donne, nel clima di paura e tensione le difende affinché non subiscano violenze da parte di carcerati più efferati. Per il suo altruismo verrà graziato dal Presidente Giuseppe Saragat.
L'arresto e il tentato omicidio
Nel 1976 subisce un agguato e riesce a sopravvivere anche se il volto gli rimarrà fortemente deturpato, tanto da essere sottoposto a decine di interventi di chirurgia plastica negli USA.
Il rilascio e la morte
Ritorna a Napoli nel 1979, nel 1984 viene accusato da diversi pentiti di essere legato alla Nuova Famiglia, fazione che uscirà vittoriosa dalla guerra con la NCO di Raffaele Cutolo, verrà poi scagionato da ogni accusa, la corte riconobbe la sua estraneità e lo assolse.
Muore a Napoli nel 1993 nella sua casa nel quartiere Vasto-Arenaccia, colpito da un cancro.
Il mistero dell'agguato
Ad oggi non sono mai stati condannati i mandanti del tentato omicidio di Spavone, le ipotesi più accreditate nel corso dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli furono due, anche se non hanno mai trovato un vero e proprio riscontro oggettivo, ovvero Michele Zaza detto 'o pazzo, contrabbandiere napoletano e capostipite di quello che diventerà poi il clan Mazzarella e Raffaele Cutolo in quegli anni in piena ascesa criminale.

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